Cantiere delle Alternative

Il Cantiere delle Alternative (un progetto di Mani Tese Firenze)

La storia del cantiere delle alternative inizia nel 1984 in un campo abbandonato della vicina parrocchia di San Giuliano.    Mani Tese è in cerca di un deposito per la sua nota attività di raccolta di cose usate per autofinanziarsi.

In questo terreno un po' sperduto della piana di Badia a Settimo, il Comune di Scandicci concede autorizzazione per la realizzazione provvisoria di due baracche in lamiera (da rinnovare ogni due anni). Intorno a queste due baracche, belle fredde in inverno e belle calde d'estate, l’attività di Mani Tese cresce esponenzialmente. Il posto viene chiamato dai manitesini “Il Cantiere” perché qui viene tutto smontato e rimontato, riparato ho smistato in un continuo tentativo di far usare cose altrimenti destinate alla discarica. Nel 1987 nasce anche una cooperativa multietnica con il nome Riciclaggio e Solidarietà che nel 2020 si trasforma nell'attuale Cooperativa Sociale Usato Bene Mani Tese.

Nel 1994 il Comune di Scandicci vuole la demolizione del cantiere, rifiutandosi di rinnovare l'autorizzazione. L'area deve essere nobilitata da fabbriche e fabbrichette para-artigianali, nonché da snodi, rotonde e raccordi infrastrutturali e la presenza di Mani Tese non va più bene.

Parte anche una pratica e un processo per abusivismo edilizio, che fortunatamente si spengerà nel nulla.

Ovviamente la risposta dei simpatizzanti del Cantiere e del mondo associativo Fiorentino non si fa attendere. Il Comune viene tempestato di fax e raccolte di firme (ancora le e-mail non c'erano). Fatto sta che, dopo una lunga trattativa, e con il sostegno di Giunte rinnovate, nel 2002 si giunge a una convenzione che prevede la realizzazione in pianta stabile di un vero e proprio Eco Centro. La soluzione adottata sul piano regolatore è molto interessante, perché l'area viene classificata come di utilità pubblica e non come area privata edificabile. Questo significa che la costruzione sarà vincolata allo scopo per cui è nata, essere utile alla popolazione. La costruzione iniziò nel 2004, anche grazie ad un importante cofinanziamento della Regione Toscana che ne riconosce il valore di esperienza pilota nell'ambito delle politiche di riduzione alla fonte dei rifiuti.

La casa di legno intonacata

Appena entrati, sulla destra, si trova la prima costruzione. Apparentemente sembra una normale casa in muratura a due piani. In realtà è una casa di 200 m quadri interamente in legno, senza barre di ferro o cemento, salvo la piattaforma su cui appoggia. Pareti spesse e ben coibentate con materiali ecologici e un piccolo strato di intonaco. Anche la copertura risponde ai canoni della bioedilizia, ha infatti un tetto ventilato, cioè con un sistema di areazione naturale che ne migliora le capacità di protezione dal caldo estivo. Questo è lo spazio della convivialità per mangiare insieme, con incontri, riunioni e per fare laboratori didattici con piccoli e grandi.

Nel mondo dei rifiuti

La seconda costruzione, separata dalla casa da un bel cortile per incontri all’aria aperta, è un vero e proprio emporio del consumo critico, con gli spazi di selezione e smistamento delle cose che arrivano e ovviamente il mercatino dell'usato. Qui ogni oggetto ha una storia di viti che si svitano, di divani che si incastrano, di piccola falegnameria e tutto quello che si vede compresi gli arredi è qui per una seconda vita, ed è stato raccolto con il furgone, che gira quasi tutti giorni, su chiamata di cittadini e Famiglie di Firenze e dintorni. In più ci sono le cose più piccole che spesso le persone portano direttamente con mezzi propri (vestiti, oggetti, libri…). Questa è l'attività principale del Cantiere, un'attività contro lo spreco per impedire che cose ancora utili finiscano macinate in discarica o bruciate in inceneritori. Un'attività dalla quale talvolta il centro viene soverchiato. I prezzi sono popolari e accessibili per la variopinta umanità che dal martedì al sabato vengono per gli acquisti. Con il ricavato Mani Tese e la cooperativa Usato Bene Mani Tese finanziano le proprie attività e alcuni progetti di cooperazione internazionale seguiti direttamente da Mani Tese. Tutti coloro che sono interessati alle tematiche degli squilibri tra nord e sud del mondo e alla cooperazione, ai percorsi tattici per ragazzi e all'economia solidale, all'ecologia e al volontariato, alla non violenza e alla pace, possono utilizzare il Centro di Documentazione che mette a disposizione oltre 2000 volumi. Oppure salendo al primo piano si può chiedere al gruppo EAS (educazione allo sviluppo) un incontro di approfondimento sulle campagne di sensibilizzazione

Un tetto speciale

Concludiamo la visita in modo insolito, salendo sul tetto del mercatino. È un tetto verde di 500 m quadri calpestabili con un interessante sistema di recupero delle acque piovane. Infatti sopra la normale impermeabilizzazione vi sono innumerevoli vaschette simili a porta uova, coperte da 15 cm di terra. Le vaschette trattengono un po' di acqua per la copertura vegetale del tetto ma non piccolo buco che fa da troppo pieno: tutta l'acqua che esce va, attraverso le grondaie, ad alimentare un deposito di 60.000 l di acqua piovana. Con quest'acqua si annaffia, si lavano i pavimenti e, soprattutto, si alimentano tutti gli sciacquoni del centro. Sembra infatti che non sia ancora obbligatorio usare acqua potabile il water close. Dal tetto si possono ben vedere anche i pannelli solari termici (per scaldare l'acqua sanitaria) e quelli fotovoltaici, un impianto di 3 kW. E’ anche un'occasione per dare uno sguardo alla piana circostante ormai sezionata da Autostrade, Superstrade, Circonvallazione.

Il supermercato delle 4R

Sicuramente non si può sfuggire alla prova Test del Consumo Critico del Supermercato delle 4R. Con questo gioco si cerca di spiegare le tematiche dello sviluppo sostenibile in maniera divertente e semplice, ma comunque attenta e puntuale, adatta dunque ai piccoli ma anche ai più grandi.

Si tratta di un supermercato in piccola scala con sette stand in cui si entra in successione con un carrellino e una lista di cose da comprare. Gli spazi divisori sono realizzati con grigliate di legno. I prodotti scelti per questo percorso sono stati: acqua minerale in bottiglia, lattine, cacao e cioccolatini, snack e merendine, vestiti di cotone, stoviglie usa e getta, giocattoli. La scelta di questi prodotti è dettata da due motivi: da un lato trovare cose che interessano i ragazzi, dall'altro scegliere quelli che meglio evidenziano le sfaccettature ambientali e sociali del consumo. In ogni stand i ragazzi si trovano di fronte ad alcuni pannelli informativi semplici ed immediati, corredate di immagini foto e dati, nonché di sculture. Dopo aver letto tali informazioni dovranno scegliere un solo prodotto fra tre o quattro possibili proposte. Ogni opzione consiste nel prendere concretamente un prodotto di legno sagomato e colorato con un'etichetta specifica che va letta con attenzione. La scelta di realizzare concretamente il prodotto da prendere, pur avendo richiesto un enorme lavoro artigianale e creativo, è sembrata importante per dare una dimensione fisica al gioco e per renderla interattiva a tutti gli effetti: I ragazzi infatti si sentono i veri protagonisti della spesa e, in senso lato, del consumo e trasferiranno con più facilità questo atteggiamento critico nella vita reale. Dietro ogni prodotto è stato applicato anche un codice a barre con il punteggio relativo alla scelta. Alla fine del supermercato i ragazzi, infatti passeranno da una cassa autentica con un lettore informatico che rilascerà il loro conto-punteggio, con un attestato di partecipazione personalizzato. Lo scontrino sarà più alto, se i prodotti acquistati saranno più costosi per l'ambiente e la giustizia sociale.


Per accogliere i visitatori, il centro ha un grande parcheggio interno anche se invita tutti ad utilizzare l'auto il meno possibile, solo per lo stretto necessario e venire a trovarci magari in bicicletta...